Il nuovo appello del presidente del Supervisory Board Andrea Enria dopo il tentato golpe della Wagner. La sentenza del Tribunale di Londra contro Unicredit
La Bce non dà tregua alle banche europee ancora presenti sul mercato russo. Martedì 27 giugno il presidente della vigilanza di Francoforte Andrea Enria ha messo di nuovo nel mirino gli istituti, dopo il tentato golpe della Wagner.
Le parole di Enria
La Bce «sollecita le banche ad accelerare l’uscita dalla Russia, visto l’aumento del rischio reputazionale, legale e finanziario», ha spiegato il dirigente della Vigilanza, che solo poche settimane fa era tornato sul tema.
La Vigilanza bancaria della Bce «ha esortato queste banche ad accelerare le loro strategie di ridimensionamento e di uscita adottando chiare tabelle di marcia e comunicando frequentemente con i loro organi direttivi e con la Vigilanza bancaria della Bce in merito all’esecuzione di questi piani», ha detto Enria in una lettera inviata ai membri del Parlamento europeo.
Cosa hanno fatto sinora le banche
Dal febbraio del 2022 a oggi la presenza in Russia è stata profondamente ridimensionata, sia con cessioni che con una graduale svalutazione delle attività. Questa seconda strada è stata ad esempio scelta dalle due maggiori banche italiane, Intesa Sanpaolo e Unicredit, che hanno ridotto fortemente l’esposizione verso il paese guidato da Vladimir Putin. Anche altri gruppi europei come Raiffeisen si stanno allineando alla Bce, tentando di uscire dalla Russia.
I problemi della exit
Come più volte ribadito dai banchieri nell’ultimo anno, lasciare la Russia non è un’impresa semplice. Lo scorso anno infatti il governo russo ha emesso un decreto che proibisce a 45 gruppi finanziari occidentali e giapponesi di cedere asset detenuti in Russia. A ciò si aggiunga che all’orizzonti non si vedono investitori disposti a subentrare alle banche europee su asset dal valore ormai alquanto incerto. Lo dimostra il fatto che dalla Russia è di fatto uscita sinora solo la francese SocGen, incassando peraltro una perdita pesante.
Le grane legali
Molte banche europee operanti in Russia stanno peraltro affrontando vertenze legali complesse, figlie del caos normative dell’ultimo anno. Unicredit è stata appena condannata dall’Alta Corte di Inghilterra e Galles al pagamento di 69 milioni di dollari di garanzie sulle lettere di credito emesse da Sberbank e aventi la banca italiana come istituto confermante. I pagamenti erano stati sospesi l’anno scorso all’entrata in vigore delle sanzioni occidentali contro il Cremlino. Un caso che testimonia l’alto livello di incertezza normativa in cui le banche europee si trovano a operare.