La ristrutturazione delle abitazioni che porterebbe a “più case green” rimane in standby. La direttiva Case Green non ha trovato un accordo nel trilogo tra Parlamento europeo, Consiglio dell’Unione europea e Commissione. Il testo approvato dal Parlamento prevedeva la ristrutturazione di tutte le classi E, F e G entro il 2033, tuttavia le parti coinvolte hanno deciso di riprendere la discussione a dicembre.
“Il governo italiano, sostenuto dalla linea dura della Lega, è riuscito a far cancellare dal testo della direttiva alcuni degli articoli più controversi, come quello sui famigerati mutui green, che avrebbero reso invendibili gli immobili nelle classi energetiche più basse. È stato cancellato anche l’obbligo di installare colonnine di ricarica elettrica e di cablare i parcheggi negli edifici residenziali già esistenti. Quanto alle certificazioni energetiche degli edifici, rimarranno quelle in vigore oggi e gli stati membri potranno definire le classi in autonomia, con una validità di 10 anni”, mette in evidenza Tovaglieri su Italia Oggi, che conclude: “Ottenendo una marcia indietro dell’Eurocamera su alcuni obblighi di efficientamento, abbiamo di fatto bloccato l’ipotesi di una eco-patrimoniale sulla casa a carico delle famiglie italiane”.
Restano ancora da decifrare invece alcuni punti controversi della vicenda case green come l’obbligo di installare pannelli solari su edifici pubblici e non residenziali e le sanzioni per chi non rispetterà gli obiettivi. Su “questi punti rimasti in sospeso saranno discussi in un prossimo trilogo, che si terrà a dicembre”, conclude l’onorevole.