Stai lavorando come dipendente ma da un pò di tempo hai il pensiero di aprire la partita iva e ti stai chiedendo come fare e a chi affidarti. La cosa più importante prima di fare questo passo è avere una panoramica generale di tutto ciò che comporta l’apertura di una partita IVA, come i costi, gli adempimenti necessari, le tasse che dovrai pagare, le scadenze fiscali… ecc.
Iniziamo quindi a fare un breve excursus in questo mondo.
- L’ATTIVITà CHE VUOI ESERCITARE.
Il tipo di attività che vuoi esercitare porta con sé diversi obblighi e adempimenti.
Alcune attività possono essere svolte in modalità autonoma e prevedono meno requisiti e obblighi, altre partono di base con passaggi più complessi.
Per fare un esempio, un libero professionista che esercita un’attività libera (ad esempio un consulente informatico o aziendale) per avviare il proprio business dovrà semplicemente aprire partita IVA presentando il modulo all’Agenzia delle Entrate partita IVA.
Diverso il caso di attività iscrivibili solo in forma di impresa come ad esempio l’imbianchino, l’estetista, il venditore di servizi/beni online. In questo caso oltre all’apertura della P.IVA bisognerà presentare una pratica (SUAP) al comune competente e fare l’iscrizione in camera di commercio. Ovviamente per poter procedere con queste pratiche servirà possedere i requisiti necessari per l’esercizio dell’attività.
Per farti un’idea, il sito INFOCAMERE https://ateco.infocamere.it/ateq20/#!/home
mette a disposizione un servizio per individuare il codice ateco più attinente e gli adempimenti connessi.
- REGIME FISCALE
Il tipo di attività va anche a determinare il regime fiscale più conveniente. Il regime forfettario, che prevede un’aliquota più bassa di tassazione, può convenire per quelle attività che hanno costi molti bassi da sostenere.
Al contrario, ha più senso un regime ordinario che prevede la detrazione dei costi per le attività che devono spendere parecchi soldi per acquistare beni o servizi indispensabili all’andamento dell’attività.
- CASSA CONTRIBUTIVA
Uno dei costi fissi che va a pesare sul fatturato sono i contributi. Anche questi sono collegati al tipo di attività. Per gli artigiani e commercianti la cassa di riferimento è la cassa INPS che prevede un versamento minimo (circa 4.300 nel 2023) ogni anno indipendente dal fatturato, più una cifra variabile se il fatturato è maggiore della soglia minima. Perciò anche se un anno guadagni poco avrai comunque una cifra consistente da mettere da parte per i contributi.
Poi ci sono professioni come architetti, medici, consulenti del lavoro, geometri..che hanno delle casse specifiche di riferimento con regole proprie.
Tutte le attività che non hanno invece una cassa specifica fanno riferimento alla gestione separata INPS che prevede invece il versamento di una cifra proporzionale al fatturato.
- TASSE
Il pagamento delle imposte, sarà diverso a seconda del regime scelto.
La tassazione più vantaggiosa attualmente è quella offerta dal regime forfettario, che si potrà scegliere se il fatturato non supera i 85.000 euro ragguagliati ad anno.
Il regime forfettario prevede l’applicazione di:
- 5% per i primi cinque anni di apertura attività, se non è mai stata svolta la stessa professione in precedenza;
- 15% a partire dal sesto anno.
Nel regime ordinario, invece, le tasse che vengono applicate sono superiori a quelle del regime forfettario: bisognerà pagare l’IRPEF in percentuale dal 23% al 43% sui guadagni al netto delle spese deducibili.
Oltre a questi parametri che abbiamo visto devi tener presente le spese per il commercialista che ti seguirà più i costi per la gestione dell’attività.
Le cose da sapere sono tante per questo è necessario affidarsi a un professionista che possa suggerirti le opzioni migliori in base al tuo caso.
Vuoi aprire la P.IVA? Ecco ciò che devi tenere in considerazione.