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Il buco nero dei fondi anti dissesto per i territori: 21 miliardi senza strategia

Un Paese di paradossi. È tra i più piovosi d’Europa, ma riesce a immagazzinare appena il 4% dell’acqua, complici infrastrutture obsolete, perdite sulla rete, dighe bloccate o da sfangare. È anche tra i più fragili dal punto di vista idrogeologico – con il 94% dei Comuni a rischio frane, alluvioni ed erosione e 8 milioni di persone che vivono in aree ad alta pericolosità – ma incapace di spendere i fondi dedicati.

Replicando all’infinito lo schema di sempre: frammentazione e burocrazia, che producono inconcludenza. E così, tra fondi nazionali ed europei, ci sono 21 miliardi di euro – il calcolo arriva dagli uffici del ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci (si veda l’intervista al Sole 24 Ore del 4 febbraio scorso) – stanziati fino al 2030 per la messa in sicurezza del territorio, sparsi in mille rivoli. Senza controllo e senza regia. Senza neppure contezza di quanto sia stato speso sin qui: la ricognizione, non ancora conclusa, è affidata a un gruppo interministeriale nato dopo l’alluvione di Ischia.

piccolo estratto sole 24 ore

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