Come si poteva immaginare qualcuno deve aver spiegato al Governo Meloni che i piccoli istituti, popolari e crediti cooperativi sono fuori dalla supervisione della Bce.
Infatti quest’ultime sono sotto la lente di ingrandimento di Bankitalia. Ecco perchè il Governo inizia a pensare di tener fuori dall’applicazione del prelievo del 40% sugli extraprofitti bancari proprio gli istituti più piccoli, le popolari e il credito cooperativo. Se qualcosa dovesse succedere a questi istituti di credito minori si attiverebbe il Bail in per intenderci, e in caso di crisi bancaria dovrebbe intervenire il nostro fondo interbancario.
Infatti una delle preoccupazioni delle banche riguarda il possibile impatto sugli istituti di medie dimensioni e territoriali. La tassa infatti penalizzerà principalmente i gruppi con una forte dipendenza dal dal mercato italiano, mentre i gruppi con una forte base commissionale o ampie attività all’estero, come Intesa Sanpaolo o Unicredit, non dovrebbero soffrire.
Inoltre, il governo permetterà alle banche su cui sarà applicata la nuova tassazione la possibilità di dedurre il prelievo come costo.
Secondo i calcoli di Equita, la deducibilità potrebbe ridurre da circa 2 miliardi a 1,5 miliardi il peso del prelievo «Dopo aver perso circa 10 miliardi di capitalizzazione di borsa il giorno successivo all’annuncio della tassa, i titoli del settore bancario hanno recuperato portando la perdita complessiva ad oggi a -3,4 miliardi», segnalavano gli esperti.
Al momento l’Abi non formulato proposte di modifica. Le Camere riapriranno infatti soltanto il prossimo 4 settembre.