Mercoledì il Parlamento Europeo ha approvato una proposta che, nascendo direttamente dalla Conferenza sul Futuro dell’Europa, richiede la modifica dei Trattati dell’Unione europea e che chiede al Consiglio europeo di convocare una Convenzione di riforma dei Trattati.
La proposta di riforma prevede un sistema “più bicamerale” per evitare situazioni di stallo, attraverso il voto a maggioranza qualificata e l’uso della procedura legislativa ordinaria; il riconoscimento al Parlamento di un pieno diritto di iniziativa legislativa e del ruolo di colegislatore per il bilancio a lungo termine e una revisione delle norme sulla composizione della Commissione (rinominata “esecutivo europeo”).
Un totale di 291 deputati hanno sostenuto la proposta avanzata dal “Gruppo Verhofstadt”, un gruppo di deputati guidati dall’arcifederalista Guy Verhofstadt di modificare i trattati dell’Unione europea a favore di una maggiore centralizzazione e limitazione della sovranità degli Stati membri.
Il voto è stato approvato con una maggioranza di soli 17 voti, dopo che una fazione di gruppi parlamentari conservatori ha espresso una forte disapprovazione.
Martedì, nel dibattito in plenaria sull’argomento, Verhofstadt ha affermato che i diritti di veto sono stati utilizzati dagli stati membri disillusi dalla traiettoria dell’Unione europea per “ricattare” il blocco, una frecciatina sottilmente velata al primo ministro ungherese Viktor Orbán, che si è rifiutato di appoggiare le modifiche proposte dall’Unione Europea al bilancio collettivo per finanziare ulteriormente lo sforzo bellico ucraino.
In risposta, un ex correlatore del gruppo Verhofstadt, l’eurodeputato polacco Jacek Saryusz-Wolski, ha accusato i federalisti del Parlamento europeo di tentare di “trasformare l’UE in un superstato”, continuando la sua opposizione ai piani delineati in una recente intervista con Rmx.
Saryusz-Wolski si è dimesso dal comitato di lavoro guidato da Verhofstadt per protestare contro lo sviluppo del piano che politicizzerebbe ulteriormente la Commissione europea, conferirebbe agli eurocrati la competenza esclusiva su diverse questioni tra cui l’ambiente, l’istruzione e la salute pubblica ed eliminerebbe la necessità del voto unanime tra gli Stati membri in settori politici chiave.
L’eurodeputato polacco ha definito la mossa “un colpo di stato silenzioso con radici comuniste”.
Il vicepresidente del gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (ECR), Rob Roos, ha contestato il voto di mercoledì con le elezioni olandesi che si terranno lo stesso giorno, postando su X : “Oggi il festival della democrazia si svolge nei Paesi Bassi, ma a Strasburgo la nostra democrazia viene sepolta.
“La maggioranza del Parlamento europeo ha appena votato per l’abolizione del veto olandese in molti settori. Vota per un partito che difende il nostro veto!” Ha aggiunto.
La risoluzione in realtà cambia poco. Fornisce un’idea del consenso del parlamento, ma la modifica del trattato rimane in definitiva una questione su cui è richiesta l’unanimità tra i governi degli Stati membri.
L’Ungheria e la Polonia, anche sotto un potenziale governo liberale guidato da Donald Tusk, rimangono contrarie ai piani, e diverse altre nazioni hanno espresso significativa preoccupazione per quella che molti critici ritengono essere un’altra presa di potere che servirà gli interessi degli stati membri più grandi e trasferirà ulteriore sovranità dalle capitali degli Stati membri a Bruxelles.