La Cina ha perseguito attivamente l’espansione dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), un’entità politica, economica e di sicurezza internazionale.
Fondata nel 2001 da Russia, Cina ed ex stati sovietici, l’organizzazione funge da contrappeso all’influenza occidentale nella regione.
Bruno Venditti e Sabrina Fortin di Visual Capitalist hanno creato il grafico seguente, utilizzando i dati di Incrementum, ONU e SCO, per illustrare lo sviluppo della più grande organizzazione a livello globale.
Cronologia dell’SCO
La SCO, costituita con obiettivi quali la lotta al terrorismo, la promozione della sicurezza delle frontiere, il rafforzamento dei legami politici e l’espansione della cooperazione economica, che inizialmente comprendeva Cina, Kazakistan, Russia, Tagikistan, Uzbekistan e Kirghizistan.
Nel 2002, gli stati membri hanno ratificato lo statuto dell’organizzazione per incoraggiare la collaborazione politica, commerciale, economica, tecnologica, culturale ed educativa.
Da allora, l’organizzazione ha intrapreso oltre 20 progetti su larga scala relativi ai trasporti, all’energia e alle telecomunicazioni. Un’iniziativa degna di nota è l’espansiva Belt and Road Initiative (BRI) della Cina, che mira a ricostruire la Via della Seta e collegare la Cina all’Asia, all’Europa e oltre attraverso significativi investimenti infrastrutturali.
L’organizzazione ha anche ampliato la sua influenza geopolitica. Ha ottenuto lo status di osservatore presso l’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2005 e ha concesso lo status di osservatore all’Afghanistan nel 2012. Attualmente sta lavorando con l’amministrazione talebana ad interim per includere rappresentanti afghani nei suoi futuri incontri.
India e Pakistan sono diventati ufficialmente membri della SCO nel 2017, e l’Iran è in procinto di ottenerne l’adesione a tempo pieno. L’Egitto e il Qatar sono partner e l’Arabia Saudita, tradizionale alleato degli Stati Uniti, ha adottato misure per aderirvi. La Bielorussia diventerà membro nel 2024 dopo aver firmato un memorandum di obblighi.
Inoltre, l’organizzazione svolge anche un ruolo cruciale nelle ambizioni militari cinesi.
Nel 2007, la SCO ha firmato un accordo che delinea i diritti e le responsabilità legali per le esercitazioni militari in un altro paese membro.
L’accordo consente alle forze armate cinesi di impegnarsi in operazioni di combattimento aria-terra all’estero, coprendo attività come la mobilitazione a lunga distanza, missioni antiterrorismo, operazioni di mantenimento della stabilità e guerra convenzionale.
La presenza militare è particolarmente importante per il Partito Comunista Cinese (PCC), che teme che i movimenti separatisti nella regione autonoma dello Xinjiang, dominata dagli uiguri, possano ottenere il sostegno di altri stati dell’Asia centrale.
Implicazioni per gli Stati Uniti
Oggi la SCO comprende il 42% della popolazione mondiale e il 32% del PIL mondiale.
A causa della sua crescente influenza, i politici statunitensi hanno monitorato lo sviluppo dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai.
In un rapporto del 2020 al Congresso degli Stati Uniti, la Commissione di revisione economica e di sicurezza USA-Cina ha sottolineato che attraverso la SCO, la Cina sta stabilendo relazioni diplomatiche e capacità di mediazione che potrebbero supportarla in proiezione come potenza oltre i suoi confini.
Secondo il documento, “esiste il rischio significativo che Pechino possa sfruttare le sue relazioni con i paesi della SCO per limitare la capacità delle forze armate statunitensi di operare in Asia centrale”.
Tuttavia, lo stesso rapporto afferma che la SCO potrebbe fungere da strumento vantaggioso per gli stati dell’Asia centrale, offrendo una piattaforma di cooperazione e presentando un’alternativa al potenziale dominio della Russia, in particolare in settori come l’energia.