Di Francesco Carrino (un breve aggiornamento)
Il discorso del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu all’Assemblea Generale dell’Onu ha segnato una svolta storica nei rapporti tra Israele e l’Arabia Saudita. L’accordo di pace rappresenta un successo diplomatico senza precedenti, il quale potrebbe stimolare la normalizzazione dei rapporti tra Paesi di diverse culture e religioni, a beneficio della stabilità del Medio Oriente. Secondo Netanyahu, tale passo potrebbe anche porre fine al conflitto arabo-israeliano, favorendo la creazione di un corridoio economico e commerciale tra Stati tradizionalmente avversari, che collega l’Asia, l’Africa e l’Europa, dando così vita ad un nuovo Medio Oriente.
E’ proprio il caso di dire che ci troviamo di fronte a un cambio di scenario geopolitico da Nuovo Ordine Mondiale. Più equilibrato e ci si augura piu pacifico.
Questo avvicinamento tra Riyad e Gerusalemme aiuterà la normalizzazione delle relazioni tra Israele e gli altri Paesi del Medio Oriente. Il risultato diventa ancora più significativo se si considera la recente normalizzazione delle relazioni tra l’Arabia Saudita e l’Iran, mediata dalla Cina, che ha rappresentato uno smacco per gli Stati Uniti. La diplomazia americana sarà quindi importante per evitare decisioni che possano isolare Gerusalemme e minacciare la sua sicurezza.
Riflettendo sulla recente dichiarazione di Israele riguardo la normalizzazione delle relazioni con l’Arabia Saudita, emerge una serie di motivazioni che rendono questo annuncio cruciale per il futuro della nazione ebraica.
In particolare, Netanyahu ha rivolto un appello ai palestinesi volenterosi, invitandoli a integrarsi strutturalmente nel processo di normalizzazione senza tuttavia cedere a compromessi risultanti inaccettabili per i partner di governo del Likud (partito nazionalista liberale e di destra israeliano). Questa mossa politica rappresenta un momento cruciale per Netanyahu, che deve dimostrare la sua credibilità e affidabilità come garante della pace.
Parallelamente, sta emergendo una distensione dei rapporti tra Israele e Turchia, con l’intensificarsi delle relazioni commerciali, in particolare nel settore energetico. Questo impegno a lungo termine si propone di creare un futuro di prosperità economica per i Paesi del Medio Oriente, creando una coalizione commerciale in grado di scoraggiare Teheran dal perseguimento di opzioni militari.
In sintesi, la centralità diplomatica di Gerusalemme e gli accordi economici con altri Paesi musulmani rappresentano un elemento chiave per impedire il verificarsi di una possibile guerra tra Iran ed Israele. La pace nella regione è una necessità comune che vede due Paesi al centro della partita diplomatica, impegnati attivamente a garantire un futuro di prosperità condivisa.
