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Le imprese non chiedono più prestiti… nonostante questo la BCE continua ad alzare i tassi!

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La domanda di prestiti da parte delle imprese sta vivendo una flessione significativa, mentre la richiesta di mutui e altre forme di credito da parte delle famiglie continua a indebolirsi.

Questo calo è strettamente legato agli attuali tassi di interesse elevati, e che dopo la giornata di ieri sono aumentati ulteriormente, infatti la Banca Centrale Europea ha deciso un ulteriore aumento di +0.25%. Al momento solo il tasso di riferimento base della BCE è pari a 4.25%.

Le recenti rilevazioni dell’indagine trimestrale condotta dalla Bce sulle banche mette in risalto le attuali condizioni del mercato del credito dopo che sono state attuate le misure di stretta monetaria.

Questo potrebbe spingere la Banca Centrale Europea a considerare l’opportunità di fermare l’incremento dei tassi di interesse dopo l’ultima decisione di ieri, giovedì 27.
È evidente che l’attuale contesto finanziario richiede un’analisi attenta e ponderata, l’impatto che le decisioni di politica monetaria possono generare su imprese e famiglie può essere importante.

La responsabilità di Francoforte è svolgere un ruolo importante nel prendere in considerazione i possibili scenari futuri e agire di conseguenza per garantire la stabilità economica. Anche se al momento non ci sono riusciti.

La domanda di prestiti da parte delle imprese ha raggiunto livelli minimi senza precedenti negli ultimi 20 anni, secondo le recenti indagini condotte dalla Banca Centrale Europea.

Nel corso del secondo trimestre di quest’anno, la domanda è diminuita del 42%, un calo significativo rispetto al 38% del trimestre precedente.

Questo rappresenta il livello più basso mai registrato dall’inizio dell’indagine nel 2003.

Inoltre, il calo è stato particolarmente marcato per quanto riguarda i prestiti a lungo termine, con una diminuzione del 46%, che costituisce il calo più ampio mai registrato nella storia.

In termini di prestiti a breve termine, la diminuzione è stata meno marcata, pari al 22%, ma comunque in prossimità del minimo storico raggiunto durante la crisi finanziaria globale del 2008.

Questi dati confermano un quadro allarmante per l’economia, evidenziando una notevole incertezza da parte delle imprese e una cautela nell’assumere nuovi finanziamenti.

Nell’attuale contesto economico, è fondamentale adottare strategie mirate per incentivare una maggiore domanda di prestiti, al fine di sostenere la ripresa economica e favorire la crescita delle imprese.

La domanda di mutui nell’area dell’euro continua a diminuire, anche se in misura meno significativa rispetto ai trimestri precedenti.

Le banche hanno registrato un calo del 47%, rispetto al -72% e al -74% dei trimestri precedenti nel 2022.

Questo declino è dovuto all’aumento dei tassi di interesse, alla debolezza del mercato immobiliare e alla mancanza di fiducia dei consumatori nel prendere prestiti per l’acquisto di una casa.

In conclusione, il settore dei mutui sta affrontando una sfida significativa con la diminuzione della domanda. In Germania, Francia e Spagna si osserva un maggior inasprimento del credito alle famiglie rispetto all’Italia.

Nel secondo trimestre dell’anno, le banche hanno registrato un aumento delle richieste di prestiti alle imprese respinte, con una percentuale del 16% rispetto al 15% precedente. Questo aumento è stato più significativo per le piccole e medie imprese rispetto alle grandi.

Le banche dell’area hanno anche segnalato un aumento delle richieste respinte per i prestiti alle famiglie, sebbene in misura inferiore rispetto al trimestre precedente per i mutui per la casa (8% rispetto al 17%) e simile per il credito al consumo (10%).

Complessivamente, tra aprile e giugno si è verificato un irrigidimento degli standard di credito per i prestiti alle imprese in tutti e quattro i principali paesi dell’eurozona.

Tuttavia, gli standard di credito per i mutui per la casa e il credito al consumo e altri prestiti alle famiglie sono diventati più stringenti in Germania, Francia e Spagna, mentre sono rimasti stabili in Italia.

Tracciando il futuro per il terzo trimestre dell’anno, è importante notare che le banche prevedono una diminuzione netta della domanda di prestiti da parte delle imprese. Tuttavia, c’è una buona notizia: questa diminuzione sarà inferiore rispetto al secondo trimestre, trasmettendo un segnale di speranza per il settore.

Non solo la domanda di prestiti sarà interessata, ma anche quella di mutui per l’edilizia abitativa. Le proiezioni bancarie indicano un calo durante il periodo da luglio a settembre, anche se in modo meno significativo. Tuttavia, la situazione non è ottimale per la domanda di credito al consumo, che subirà un calo netto.

Infine, per quanto riguarda la seconda metà del 2023, vi è una previsione di un ulteriore, seppur più moderato, inasprimento degli standard di credito e dei termini e condizioni per i prestiti alle imprese.

Questa tendenza sarà presente in tutti i principali settori di attività economica dell’area dell’euro.

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