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Le criptovalute di Stato: cosa sono le CBDC e in che modo impatteranno sulla nostra vita

cosa sono le criptovalute di stato? Le Central Bank Digital Currencies sono delle valute digitali emesse da...
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Introduzione: cosa sono le criptovalute di stato

Le Central Bank Digital Currencies sono delle valute digitali emesse dalle banche centrali degli Stati. Al momento, esistono solo dei progetti pilota approntati in alcuni Paesi nel mondo, come l’Australia e la Corea del Sud, ma tante altre nazioni si stanno muovendo per l’emissione di queste criptovalute di Stato.

Vediamo cosa sono e in che modo impatteranno sulla vita di tutti i giorni di noi cittadini, nel caso in cui dovessero essere erogate ed adottate in massa.

Le criptovalute centralizzate dello Stato

La criptovaluta per eccellenza, bitcoin, è nata con vari scopi, tra questi uno dei più importanti è quello di “decentralizzare la finanza”, ovvero creare un nuovo paradigma finanziario che non veda più le banche come attori centrali, ma i cittadini comuni direttamente.

Bitcoin, ma anche molte altre crypto, hanno riscontrato sempre più successo, in termini di adozione, negli ultimi anni, sconfessando le previsioni degli analisti alla BCE e alla FED.

Le CBDC sarebbero, quindi, un’alternativa proposta dagli Stati medesimi alle criptovalute “tradizionali”, offerte ai cittadini come mezzo alternativo di pagamento rispetto alla valuta fiat: per questo vengono da taluni chiamate “criptovalute di Stato”.

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Perché le autorità centrali vogliono le CBDC

Il fenomeno dell’adozione delle criptovalute sta ponendo rischi concreti al potere centralizzato degli Stati che emettono la valuta fiat:

  1. Lo pseudo-anonimato che caratterizza le transazioni in criptovaluta (almeno su reti decentralizzate) mette a repentaglio le numerose politiche di controllo e sorveglianza delle autorità centrali sui cittadini, poste in essere in virtù dell’antiriciclaggio e della lotta alla criminalità – quantomeno sulla carta.
  2. Le possibilità di politica monetaria si erodono con il potenziale abbandono, da parte dei concittadini, dell’uso della moneta fiat del Paese. Infatti, se una grossa fetta delle persone dovesse smettere di utilizzare la valuta avente corso legale del Paese in cui risiedono in favore di una crypto come bitcoin, le varie misure di politica monetaria del Paese avrebbero molta meno efficacia ed incidenza.

D’altronde, è chiaro che le Banche Centrali abbiano tutto l’interesse ad offrire un’alternativa valida alle criptovalute che, a conti fatti, sono il primo competitor di quello che è il loro principale prodotto e servizio: la valuta di Stato.

La valuta digitale di Stato: a metà tra crypto e valuta fiat

Le CBDC si pongono, quindi, come alternativa sia alla valuta fiat sia alle criptovalute più conosciute, come bitcoin. Ma non solo a parole: anche le loro caratteristiche le rendono, a tutti gli effetti, un ibrido tra i due tipi di valuta. Analizziamo, quindi, le caratteristiche sia della moneta fiat che delle valute digitali quali bitcoin.

Le caratteristiche distintive della moneta fiat e delle criptovalute

Senza che questo voglia essere un elenco di carattere accademico, né tantomeno esaustivo, elenchiamo alcune caratteristiche distintive tra moneta avente corso legale e criptovaluta.

La valuta fiat comporta il vantaggio di essere facilmente fruibile e di largo utilizzo, ma l’uso che se ne fa è facilmente tracciabile, anche nel caso del contante; le crypto, d’altra parte, hanno caratteristiche opposte: non sono ricollegabili ad un nome e cognome ma solo ad un indirizzo su una blockchain e sono di scarsa diffusione, oltre che di utilizzo troppo complesso per molte persone. 

Altra caratteristica che distingue i due tipi di valuta, fiat e crypto, è la stabilità del loro valore – che vede le crypto altamente oscillanti al contrario della fiat.

Il valore intrinseco della moneta, invece, non è certo più un carattere che distingue le due tipologie di valuta: né la moneta fiat né le criptovalute hanno in sé un qualche tipo di valore (vedasi l’abbandono di sistemi monetari quali il c.d. Gold Standard) Qua, tuttavia, c’è un’altra differenza: la moneta fiat ha valore dal momento in cui la sua accettazione come metodo di pagamento è imposta dallo Stato, mentre le criptovalute assumono valore qualora una larga fetta di popolazione le adotti.

I wallet come mezzo di diffusione ai cittadini delle CBDC

Per garantire l’adesione a questo nuovo sistema valutario, il mezzo eletto sarebbe quello del wallet digitale. Si tratterebbe di wallet creati ad hoc e non utilizzabili, quindi, per ricevere o inviare pagamenti in altra cripto-valuta.

Per ottenere un wallet e poi accedervi, sarebbe altresì necessario espletare la cosiddetta KYC, ovvero un’operazione di identificazione personale che richiede l’esposizione di un documento di riconoscimento valido.

Per dirla in altre parole, il pseudo-anonimato garantito dai wallet di crypto sulle normali blockchain sarebbe solamente un lontano ricordo!

Le CBDC e il controllo sulle transazioni dei cittadini

Il punto più controverso che riguarda le “criptovalute di Stato” è, infatti, sicuramente legato al tema della privacy, o più precisamente del controllo che gli enti centrali statali possono mettere in atto grazie ad esse.

Come appena sottolineato, se per ottenere un wallet che contenga le mie CBDC devo effettuare una procedura KYC, allora quel wallet sarà giocoforza sempre associato al mio nome e cognome – e documento! -, così come le transazioni che con quel wallet andrò ad effettuare.

Se, da una parte, questo è un bene per tutto ciò che attiene le politiche di antiriciclaggio, contrasto alla criminalità, anti-terrorismo e così via, dall’altra è evidente che uno strumento del genere nelle mani sbagliate potrebbe portare a limitazioni importanti dell’inalienabile diritto alla privacy.

A ciò si aggiunga che le CBDC potranno essere utilizzate per l’erogazione statale di sussidi economici: sicuramente ci saranno benefici in termini di facilità di accesso, ma il rischio concreto è quello di controllare i beni e i prodotti che potranno essere acquistati con la valuta elettronica. Un controllo che a taluni potrebbe rievocare scenari orwelliani.

L’impatto delle CBDC sulla nostra vita quotidiana

Senza però spingerci troppo in là, quali sono i risvolti che le CBDC potrebbero avere sulla vita nostra di tutti i giorni? Sono, in effetti molteplici e alcuni sicuramente positivi: innanzitutto, le transazioni digitali costerebbero molto meno, essendo effettuate su una blockchain di carattere “statale”; il mercato dei pagamenti digitali, finora di esclusivo appannaggio privato, sarebbe reso più competitivo e i prezzi per i consumatori finali, di conseguenza, si abbasserebbero.

L’accesso dei privati cittadini ai sussidi statali sarebbe reso più semplice e immediato e la loro stessa erogazione da parte di enti pubblici sarebbe resa più lineare, senza l’intermediazione di soggetti terzi.

Per concludere, l’impatto sarebbe sicuramente notevole, al punto che secondo alcuni l’ingresso delle CBDC nel nostro mondo rappresenterebbe una delle più grandi rivoluzioni dell’economia monetaria nella storia umana. Uno strumento in grado di portare grandi benefici alle persone ma che, al contempo, si trascina dietro un’ombra di derive anti-libertarie che preoccupa, giustamente, molti.

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