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La “Coop non sei tu”, sono loro… con oltre 750 milioni di perdite accumulate negli ultimi 5 anni.

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La Coop sei tu, recita da anni lo slogan pubblicitario di successo del mondo delle cooperative della grande distribuzione.

Anche no, verrebbe da rispondere visto le perdite accumulate nel tempo.

E così, anche il 2022 ha deciso di lasciare la regina della rete Coop senza una corona piena di gioielli. Questo gigante azionista del gruppo Unipol, con il suo 22,25% delle quote, ha dovuto fare i conti con un saldo contabile poco incoraggiante, per modo di dire: -132 milioni di euro. Ma il vero colpo di scena è che questa striscia nera di risultati non è una situazione isolata, ma sembra essere diventata la regola negli ultimi cinque anni.

Da quando è iniziato il 2018, si accumula un passivo che supera la folle cifra di 750 milioni. Insomma, c’è qualcosa che non torna nella gestione di questo gruppo guidato da Mario Cifiello. È vero che una cooperativa non ha come obiettivo principale il profitto, ma perdere così tanti soldi è un po’ come perdere un treno ad alta velocità con biglietto di prima classe.

La Coop bolognese, purtroppo, presenta diversi problemi sia dal punto di vista del business che da quello finanziario. La sua gestione industriale non è all’altezza e risulta essere uno dei peggiori gruppi nel settore della grande distribuzione organizzata. I costi operativi superano i ricavi e i conti sono in perdita a causa degli ammortamenti e delle svalutazioni. Per fare un confronto, sia Esselunga che i discount del settore vantano di solito un margine di profitto compreso tra il 4 e il 6% del fatturato.

Negli ultimi cinque anni, Esselunga ha accumulato profitti per oltre 1,3 miliardi di euro, Eurospin anche di più e Lidl supera gli 800 milioni. Questo enorme divario dimostra chiaramente che la Coop bolognese sta lottando da anni. Nonostante i suoi ricavi di oltre 4 miliardi di euro, i suoi 17mila dipendenti e i suoi 2,2 milioni di soci, è evidente che non sono stati soddisfatti dalle performance del gruppo.

La grande cooperativa si basa principalmente sul sostegno dei suoi soci, i quali contribuiscono con il prestito sociale fornendo un notevole apporto finanziario di 3 miliardi di euro ogni anno. Tuttavia, è deplorevole constatare che questi soci non vengono trattati adeguatamente. Nel 2022, a causa dei risultati deludenti, nessun dividendo è stato distribuito tra i soci. Inoltre, è importante sottolineare che le remunerazioni offerte ai soci sono paragonabili, se non inferiori, a quelle offerte dai depositi bancari.

Nel caso del prestito sociale, gli interessi sui depositi liberi sono stati dello 0,3%, mentre per coloro che vincolano il prestito per 24 mesi, l’interesse sale solo all’1%. È possibile che, a causa della concorrenza rappresentata dai Buoni Ordinari del Tesoro annuali, con un rendimento superiore al 3%, nel 2023 si sia registrata una significativa uscita di flussi finanziari dal prestito sociale. È prevedibile che il 2023 sarà nuovamente un anno in perdita e che il primo utile dopo diversi anni potrà essere raggiunto solo alla fine del 2024.

Oltre alla problematica evidente nella gestione dei supermercati, Coop 3.0 affronta da anni un’ulteriore problematica di bilancio nei suoi rapporti con Unipol. Come primo socio, detiene una quota del 22,25% nel capitale di questa grande compagnia assicurativa. In sostanza Coop 3.0 possiede 159,5 milioni di azioni Unipol direttamente (corrispondenti al 22,25% del capitale e al 29,9% dei diritti di voto) che sono registrate a bilancio per un valore di 1,2 miliardi di euro. Purtroppo, al giorno d’oggi Unipol ha una capitalizzazione di soli 3,54 miliardi e la quota di Coop 3.0 se valutata in base ai prezzi di mercato varrebbe meno di 800 milioni di euro, invece che 1,2 miliardi. Di conseguenza, si avrebbe una potenziale svalutazione di oltre 400 milioni per il maggior investimento detenuto dalla cooperativa.

Cosi son messe le Coop “Rosa”, oramai il rosso si è sbiadito.

Comunque, mica male direi.

 

 

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