Ruskhimalyans, azienda di proprietà di Gazprom, ha deciso di dar battaglia per ottenere 45,7 miliardi di rubli (che tradotto in euro sono niente di meno che 430 milioni!). Questa azienda, che ha il compito di fare da garante in un progetto bloccato dalle sanzioni dell’Unione Europea, ha deciso di non farsi mettere i piedi in testa e ha depositato una causa presso la Corte di Arbitrato di San Pietroburgo.
Ma la voglia di rivalsa di Ruskhimalyans non si ferma qui! Ha anche minacciato Deutsche Bank e Commerzbank, portando avanti cause simili per un valore di 22 e 8 miliardi di rubli (rispettivamente 210 e 7,5 milioni di euro).
Insomma Unicredit, come viene confermato da Reuters, ha un bel grattacapo da risolvere, tra le richieste di risarcimento di Ruskhimalyans e la minaccia delle altre due banche.
Ruskhimlyans ha selezionato tre importanti istituti di credito come garanti del contratto di ingegneria, approvvigionamento e costruzione per l’ambizioso complesso di gas di Ust-Luga. Questo contratto, firmato nel 2021 da Linde, azienda tedesca di gas industriali, e Renaissance Heavy Industries, società turca, insieme a Gazprom e i suoi partner, è stato messo in stand-by a seguito delle sanzioni imposte dall’Unione Europea dopo l’intervento militare russo in Ucraina. Linde ha comunicato al cliente, nei mesi di maggio e giugno 2022, di aver interrotto i lavori previsti dal contratto. Come risultato di questa situazione di stallo, il tribunale ha deciso di congelare beni di Linde per un valore di quasi 500 milioni di dollari, su richiesta di Ruskhimlyans.
Il caos normativo che ha caratterizzato l’ultimo anno ha creato numerose complicazioni legali per le banche europee che operano in Russia. Un esempio è Unicredit, recentemente condannata dall’Alta Corte di Inghilterra e Galles a pagare 69 milioni di dollari di garanzie sulle lettere di credito emesse da Sberbank, con Unicredit come banca confermante. Questi pagamenti sono stati sospesi l’anno scorso a seguito delle sanzioni occidentali contro il Cremlino.