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Gatekeeper: il Digital Markets act introduce le nuove norme

Il 2 maggio è entrato in vigore il Digital markets act (Dma) che introduce norme per le piattaforme che agiscono quali gatekeeper (guardiani) nel settore digitale.

Chi sono i gatekeeper?

Quindi, a meno che una società non dimostri il contrario, si presume che una società abbia lo status di gatekeeper e rientri nell’ambito di applicazione del Dma se soddisfa i seguenti tre criteri:

a) il “servizio principale della piattaforma” include uno qualsiasi dei seguenti: servizi di intermediazione online, motori di ricerca online, servizi di social networking online, servizi di piattaforma per la condivisione di video, servizi di comunicazione interpersonale indipendenti dal numero, sistemi operativi, browser Web, assistenti virtuali, servizi di cloud computing e servizi di pubblicità online (comprese eventuali reti pubblicitarie, scambi pubblicitari e qualsiasi altro servizio di intermediazione pubblicitaria);

b) la società che gestisce la piattaforma ha registrato un fatturato annuo di almeno 7,5 miliardi di euro all’interno dell’Ue in ciascuno degli ultimi tre esercizi finanziari o una valutazione media di mercato di almeno 75 miliardi di euro nell’ultimo esercizio finanziario e fornisce lo stesso servizio di piattaforma principale in almeno tre stati membri;

c) gode di una posizione consolidata e duratura (consolidata o attesa). La società ha in media un minimo di 45 milioni di utenti finali mensili stabiliti o ubicati nell’Ue e almeno 10.000 utenti commerciali annuali stabiliti nell’Ue in ciascuno dei tre precedenti esercizi finanziari.

Le regole per le piattaforme gatekeeper hanno tempo fino al 3 luglio per notificare alla Commissione i servizi della loro piattaforma principale. La Commissione avrà quindi 45 giorni lavorativi (fino al 6 settembre 2023) per decidere se la società soddisfa le soglie e per designare i gatekeeper. Dopo la designazione, i gatekeeper avranno sei mesi di tempo (cioè fino al 6 marzo 2024) per conformarsi ai requisiti del Dma.

Le regole includono obblighi di consentire agli utenti di installare app da piattaforme di terze parti e il divieto di pratiche di auto-preferenza. I gatekeeper dovranno operare determinati cambiamenti come, ad esempio, garantire che gli utenti finali possano facilmente disdire l’abbonamento ai servizi o disinstallare servizi di base preinstallati. Oppure dovranno ancora astenersi dall’installare programmi predefiniti insieme al sistema operativo, o ancora dovranno fornire dati sulla prestazione delle pubblicità e informazioni sulle tariffe delle inserzioni pubblicitarie. Si dovrà consentire agli sviluppatori di utilizzare sistemi di pagamento alternativi in-app o consentire agli utenti finali di scaricare app-store alternativi.

Se un gatekeeper non rispetta il regolamento, la Commissione potrà imporre multe fino al 10% del fatturato mondiale totale nell’anno finanziario precedente delle società considerata, che arriva al 20% nel caso di infrazioni ripetute. La Commissione potrà vietare di acquisire altre società per un determinato periodo di tempo. Inoltre, il Digital Markets Act, essendo un regolamento, contiene obblighi e divieti precisi che potranno essere applicati direttamente nei tribunali nazionali.

 

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