Il rapporto dell’Unità di governance economica e controllo dell’UEM ha individuato le sfide legate all’uso della CBDC negli Stati membri dell’unione europea che però non fanno parte dell’unione monetaria.
Il principale tra questi è che l’accettazione monetaria dell’euro digitale in tutto il blocco richiede la ratifica degli accordi internazionali tra l’UE e i paesi terzi.
“Qualsiasi accordo tra la Bce e una banca centrale nazionale non appartenente all’area euro e quindi deve essere preceduto da un accordo internazionale tra l’Unione europea e il paese terzo“.
Dopo aver esaminato il rapporto, il responsabile delle politiche dell’Associazione europea Blockchain, Erwin Voloder, ha dichiarato che: “Le CBDC sono sistemi di dati a circuito chiuso e avranno bisogno come minimo di accordi di condivisione di dati tra i paesi“.
“Ci sono questioni legali complicate legate all’utilizzo di portafogli e soprattutto questioni legate alle giurisdizione che ad oggi non hanno una soluzione funzionante e questa è la più grande sfida“, ha aggiunto Voloder.
L’economista ha affermato inoltre che in generale esiste la volontà politica all’interno del blocco di trovare un accordo su come un euro digitale possa funzionare nell’insieme dei mix di pagamenti esistenti.
Voloder ha inoltre affermato che l’integrazione dell’euro digitale all’interno dell’unione non avverrà senza sfide operative a livello tecnico e ulteriori chiarimenti a livello di diritto monetario.
Nel luglio 2021, il Consiglio direttivo della BCE ha avviato la fase di indagine sul progetto dell’euro digitale. Questa fase ha lo scopo di affrontare le questioni chiave riguardanti la progettazione e la distribuzione della CBDC nell’unione.
La conclusione è prevista per ottobre, momento in cui la BCE sarà chiamata a decidere su come procedere nella fase successiva di sviluppo e test.