Sei un imprenditore in regime forfettario, e avendo avviato la tua attività da un po’ di tempo, ti rendi conto di aver bisogno di dipendenti per non essere troppo carico di lavoro, oppure vorresti avere collaboratori che possano implementare i tuoi servizi. Come funziona?
Anche in regime forfettario si possono assumere dipendenti o avere collaboratori con P.IVA, ma ci sono alcune regole da rispettare per non rischiare di fuoriuscire dal regime.
Vediamole insieme.
Per mantenere il regime forfettario i compensi erogati per i lavoratori dipendenti non possono superare complessivamente i 20.000€ annui.
Nella soglia rientrano le spese relative alle seguenti tipologie di lavoro:
- Lavoratori dipendenti;
- Compensi erogati ai collaboratori, anch’essi con Partita IVA;
- Compensi per prestatori occasionali.
Questa somma è da considerarsi omnicomprensiva per tutti i lavoratori e si riferisce alla totalità di quanto speso, compresi contributi e tasse.
Cosa succede se si supera la soglia dei 20.000 euro?
Il limite delle spese deve essere verificato con riferimento all’anno precedente. Ad esempio, se nel 2023 sono state sostenute spese di lavoro dipendente per euro 21.000 non potrà essere applicato il regime forfettario per il 2024. In questo caso dovrà essere applicato il regime fiscale ordinario per la partita IVA individuale, oppure passare ad una forma societaria.
COME FUNZIONA L’ASSUNZIONE?
Per quanto riguarda le assunzioni, è necessario procedere con tutta una serie di obblighi e adempimenti che vengono generalmente rispettati dalle aziende che assumono. Deve quindi esistere un contratto di lavoro in regola, che stabilisce una certa paga mensile al lavoratore dipendente, e per cui vengono versati i contributi a fini previdenziali.
I lavoratori con partita IVA in regime forfettario che decidono di assumere, sono obbligati a presentare la Certificazione Unica per tutti i dipendenti.
Un’altra possibilità consentita per chi lavora con regime forfettario è quella di avvalersi di uno o più collaboratori professionali. Può trattarsi di collaboratori esterni con ritenuta di acconto, oppure di altri lavoratori autonomi che hanno una propria partita IVA, con o senza regime forfettario a loro volta.
In questo caso non è necessario presentare annualmente la Certificazione Unica, o provvedere al versamento dei contributi previdenziali, che vengono versati solitamente dagli stessi lavoratori con partita IVA.
Va ricordato tuttavia che per chi vuole lavorare con il regime forfettario è esclusa la possibilità di avere uno o più soci, ovvero soggetti che operano insieme per la costituzione di una società. In questo caso non è possibile continuare a lavorare con regime forfettario, ma è necessario passare al regime fiscale ordinario, ed eventualmente aprire una società secondo le normative italiane.
E I COSTI PER IL PERSONALE?
Infine, il lavoratore che opera in regime forfettario determina il suo reddito applicando al fatturato il coefficiente di redditività legato al proprio codice attività. Questo significa che non è possibile, in questo regime fiscale, scaricare i costi sostenuti (ad eccezione dei contributi previdenziali).
Questo significa che in caso di assunzione di lavoratori dipendenti o in caso di fatture ricevute per la collaborazione con altri lavoratori autonomi, la spesa sostenuta non può essere “scaricata” al fine di ridurre le imposte sul reddito.