A partire da gennaio 2024, il gruppo dei Brics si arricchirà di sei nuovi Paesi: Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Questa importante notizia è stata annunciata dal presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, durante il 15esimo summit dell’alleanza, a Johannesburg. Questa espansione porterà il gruppo a rappresentare il 36% del Pil mondiale e il 47% della popolazione del pianeta, come ha sottolineato il presidente brasiliano Lula Da Silva.
L’aggiunta di questi nuovi membri dà un’ulteriore solidità al gruppo, che si propone di creare un sistema commerciale ed economico diverso da quello dominato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati. Tuttavia, il prossimo 22 ottobre si terranno le elezioni presidenziali in Argentina e il candidato libertario Javier Milei ha già detto che in caso di vittoria romperebbe le relazioni diplomatiche con la Cina, snobbando di conseguenza i Brics. Anche l’altra candidata anti-peronista, Patricia Bullrich, ha affermato che con lei alla Casa Rosada l’Argentina ne resterebbe fuori.
Inoltre, il tema della moneta unica, tanto discusso in precedenza, è stato rimandato al prossimo vertice che si terrà a Kazan, in Russia, nell’ottobre 2024. I leader dei Brics hanno affidato ai rispettivi ministri delle Finanze e ai governatori delle Banche centrali il compito di considerare la questione delle valute locali, degli strumenti e delle piattaforme di pagamento, in modo da poterla affrontare nel prossimo incontro.
E’ importante notare che nonostante l’ingresso dei nuovi membri, il nome dell’associazione rimarrà invariato. Questo è quanto ha sottolineato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, spiegando che il nome “Brics” è ormai un marchio riconosciuto a livello internazionale e nessuno dei nuovi Paesi ha suggerito di cambiarlo.
Durante il vertice, il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato il suo omologo iraniano, Ebrahim Raisi, confermando l’impegno della Cina nel rafforzare la cooperazione con l’Iran non solo all’interno dei Brics, ma anche in altre piattaforme multilaterali. Questo sostiene l’obiettivo comune di promuovere un multilateralismo sano e robusto.